Perchè è importante usare uno scaldabiberon

Se consideriamo l’ampia gamma di piccoli elettrodomestici dedicati alla prima infanzia disponibili sul mercato, lo scaldabiberon è senza dubbio uno dei prodotti più utili, dal momento che assiste mamma e bambino nel momento dell’alimentazione.

Accostato ad altri piccoli strumenti, quali il biberon e lo sterilizzatore, uno scaldabiberon può diventare un oggetto fondamentale per la corretta alimentazione del bambino e facilitare notevolmente tale procedimento.

A cosa serve uno scaldabiberon?

La necessità di utilizzare uno scaldabiberon nasce dal bisogno di portare alla giusta temperatura il latte e, in generale, di poter controllare nei minimi dettagli l’intero processo di alimentazione del bambino.

Soprattutto nei primi mesi di vita del piccolo, quando modalità e orari di alimentazione non risultano chiari né per i genitori, né per il neonato, è importante poter ridurre i tempi di attesa e di preparazione dell’alimento.

Durante i pasti notturni, infatti, ricorrere a metodi come il bagnomaria per l’ebollizione del latte può tradursi in tempi eccessivamente lunghi e, spesso, in un momento di stress per l’intera famiglia. Lo scaldabiberon, dunque, semplifica e velocizza l’intero processo, permettendo ai genitori di organizzare al meglio la poppata e risparmiare tempo e fatica.

Anche in viaggio

Così come durante la notte, il bambino può avvertire la fame in ogni momento della giornata.
Per questo motivo, l’importanza di avere una risposta pronta è fondamentale. 
Dal momento che esistono scalda biberon auto che consentono l’utilizzo anche in movimento e persino in automobile, grazie alla presenza di adattatori e caricabatterie da viaggio, non è necessario rinunciare a uscite e spostamenti lunghi.

Altri modelli, addirittura, sono dotati di batterie ricaricabili o cartucce e permettono di scaldare gli alimenti letteralmente ovunque ci si trovi.

Oltre a consentire l’uso fuori da casa, alcuni scaldabiberon non si limitano al riscaldamento del latte.
Sarà possibile, infatti, portare alla giusta temperatura altri alimenti, quali omogeneizzati o pappe pronte.

Digitale o analogico? Le caratteristiche fondamentali

Essendo un piccolo elettrodomestico per la prima infanzia, uno scaldabiberon non richiede particolari conoscenze o capacità per essere utilizzato. 
Nonostante ciò, il mercato offre numerose scelte, alcune delle quali più tecnologicamente avanzate di altre.
Per esempio, è importante sapere che esistono modelli analogici e modelli digitali.

Mentre entrambe le tipologie consentono di regolare temperatura e durata, offrendo anche un segnale di allerta quando l’alimento è pronto, uno scaldabiberon digitale tende a scaldare (a vapore) in maniera più uniforme.

Una volta terminata l’operazione, inoltre, esso si spegnerà automaticamente, consentendo al genitore di svolgere, nell’attesa, altre attività e soprattutto di evitare il surriscaldamento dell’accessorio e del suo contenuto.

In generale, quindi, è opportuno optare per uno scaldabiberon le cui caratteristiche si adattino alle proprie necessità in termini di tempo e mobilità.
Irrinunciabili sono la possibilità di scegliere la temperatura e la presenza di un avviso acustico, così come la velocità di riscaldamento, che influisce sui tempi di attesa e, di conseguenza, favorisce i bisogni del piccolo.

Lavatrici: consigli e suggerimenti per un bucato perfetto

La lavatrice è stato uno dei primi grandi elettrodomestici a diffondersi nelle nostre case e divenire di uso comune. Nonostante ciò, il suo utilizzo rappresenta ancora un elemento di difficoltà per alcune persone.

Mentre questo è del tutto comprensibile, data la grande quantità di funzioni e programmi a disposizione, fare il bucato in lavatrice è molto semplice e rendere il processo un gioco da ragazzi è soltanto questione di pratica e abitudine.

Separare i capi

Prima di introdurre i vestiti e usare la lavatrice, è importante imparare a leggere le etichette presenti sugli indumenti stessi. Su di esse, infatti, troveremo indicazioni e regole fondamentali che ci aiuteranno a capire come il lavaggio e l’asciugatura degli abiti dovranno essere effettuati.

Grazie alla presenza di icone e disegni, sarà semplice individuare i vestiti che dovranno essere lavati a mano e distinguerli da quelli che, invece, dovranno essere lavati a secco.
La presenza di un numero, inoltre, può indicare a quale temperatura è preferibile lavare l’indumento.
La lavatrice, pertanto, dovrà essere impostata adeguatamente.

In seguito, è fondamentale separare gli indumenti bianchi (o comunque di colore chiaro) da quelli colorati. Essi non potranno essere lavati nello stesso momento, poiché alcuni capi colorati possono perdere colore e rovinare quelli più chiari.
Controllare che le tasche degli abiti non contengano oggetti come monete o fazzoletti è un’altra abitudine importante da adottare ogni volta sia necessario fare il bucato.

La giusta temperatura

Come accennato in precedenza, uno dei fattori più importanti da considerare consiste nel controllo dei tessuti e della temperatura alla quale essi dovranno essere lavati. Nel caso della biancheria più delicata o di materiali specifici, come per esempio la lana, sarà necessario effettuare un lavaggio a mano.

Se invece si vuole utilizzare la lavatrice slim, è opportuno scegliere un programma a 0°C e ridurre al minimo la forza della centrifuga.
Molti degli abiti che vengono indossati quotidianamente rientrano nella categoria dei capi sintetici. Essi potranno essere lavati ad una temperatura di 30°C.

Per quanto riguarda i capi in cotone, invece, occorrerà selezionare il programma a 40°C. In questa categoria rientrano anche i tessuti della biancheria per la casa, come asciugamani, lenzuola e tovaglie.

Generalmente, è consigliato non usare temperature troppo alte, in modo da non incorrere in sprechi di energia e limitarsi a valori inferiori ai 60-70°C.

Detersivo: quale scegliere e quanto usarne

Così come la divisione dei capi in base a colore e tessuti, anche la scelta del detersivo è un elemento determinante.
I detersivi sono disponibili in diverse forme: liquido e in polvere.

Solitamente, è sufficiente una quantità minore di detersivo, nel caso se ne scelga uno liquido, ma è anche importante sapere che esso può risultare più inquinante di uno in polvere.
Le dosi consigliate sono, in genere, di un misurino per un lavaggio con detersivo liquido o un misurino e mezzo con quello in polvere.

Per effettuare un prelavaggio, consigliabile nel momento in cui si aggiungono indumenti intimi, sarà sufficiente un misurino di detersivo liquido o mezzo di detersivo in polvere.

Sei sicuro che corri con le scarpe giuste?

Una volta si faceva tutto con lo stesso paio di scarpe da ginnastica. Le indossavi per andare a scuola, per andare a correre, per le escursioni con gli amici o per le uscite sportive del venerdì sera. Nel nostro armadietto c’erano al massimo un paio di scarpe da ginnastica nuove e un paio di scarpe vecchie da usare in caso di ‘lavori sporchi’.

Oggi invece ce n’è per tutti i gusti. Da basket, da trekking, da tennis, da calcetto, da pallavolo, da corsa. Solo per menzionare alcune delle scarpe sportive speciali che sono state sviluppate dai centri di ricerca e sviluppo delle più grandi case produttrici.

In particolare le scarpe da corsa sono state al centro di studi dedicati al corpo umano in movimento per molti anni. Di fatto le scarpe sono l’attrezzo più importante quando si corre.

Se si sceglie la scarpa giusta si possono evitare molti problemi articolari e muscolari dovuti all’uso di scarpe poco adeguate. Le scarpe, oltre a essere comode, traspiranti e ben ammortizzate, devono essere adatte alla conformazione del tuo piede.

La tecnologia in una scarpa da running

Non sono più i colori o la marca a fare la differenza in una scarpa da corsa, ma le tecnologie racchiuse al suo interno che possono cambiare la tua vita di sportivo. Cerchiamo allora di capire come scegliere le migliori scarpe da running.

Grazie alle ricerche più recenti sono state sviluppate 7 tipologie diverse di sole scarpe da corsa, a partire dalle minimaliste A0 fino ad arrivare alle scarpe chiodate specialistiche A8. Le minimaliste A0 e le superleggere A1 sono per i professionisti della corsa che non hanno visibili problemi di appoggio: ultraleggere che agevolano il movimento naturale delle articolazioni del piede.

Massimo ammortizzamento e una buona protezione del piede caratterizzano le intermedie A3, ideali per chi inizia ad avvicinarsi alla disciplina della corsa e le stabili A4, consigliate invece ad atleti pesanti e a pronatori, che tendono a poggiare il piede verso l’interno.

Se poi sei abituato a correre in montagna per scoprire boschi e sentieri non ancora battuti, le scarpe da trail running (letteralmente ‘da sentiero’) o quelle chiodate A8 sono quello che fa per te. Sono scarpe che non solo hanno tutte le migliori caratteristiche di una scarpa da running standard ma offrono maggiore aderenza e maggiore protezione per il piede.

Il tuo piede in una scarpa da running

Se il tuo piede ha una pianta larga o stretta o se poggia in modo neutro o supino durante la corsa sono cose che devi osservare prima di scegliere una scarpa da corsa. I negozi specializzati offrono la possibilità di analizzare il tuo piede con delle macchine specialistiche per capire se si appoggia il piede in modo supino, cioè verso l’esterno, o da pronatore, ovvero con appoggio verso l’interno.

Se le tue vecchie scarpe da corsa risultano scomode o se noti che quelle appena comprate si sono rovinate subito, è arrivato il momento di analizzare il tuo piede e scegliere la scarpa giusta per corse indimenticabili.

Tecniche e soluzioni per pulire casa in metà tempo

Effettuare le pulizie di casa può apparire come un compito semplice, ma riuscire a scovare lo sporco e le macchie più nascoste richiede una certa attenzione e, soprattutto, l’adozione di tecniche specifiche per rendere l’operazione più efficiente.

Imparando a gestire gli spazi, gli strumenti e i metodi più efficaci, pulire ogni area della propria casa può essere più facile e veloce di quanto si pensi.

Pianificare il lavoro nei dettagli

Il primo, e forse più importante, consiglio relativo alla pulizia di casa consiste nello stabilire, prima di iniziare il lavoro, un programma.
 I professionisti e le imprese di pulizia raccomandano di pianificare l’operazione di pulizia della casa, in modo da non dover impiegare del tempo, ogni volta, per decidere da dove iniziare e come agire.

Questo significa che, una volta stabilito un sistema che funziona, sapremo in quale ordine pulire le diverse stanze di casa e, soprattutto, da quale area iniziare a rimuovere polvere e sporco. 
Trasformare la pulizia della propria abitazione in una vera e propria routine, può consentire di dimezzare i tempi di lavoro.

Così come l’ordine da seguire, è molto importante decidere la modalità con la quale pulire casa. Chi fa della pulizia il proprio lavoro, consiglia di adottare una semplice tecnica, che consiste nel pulire e spolverare ogni stanza dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra.

La logica dietro a questo metodo è presto rivelata, se pensiamo che spolverare finestre, porte o mensole può significare che dovremo pulire nuovamente le superfici poste più in basso, a causa dello spostamento della polvere. Questa tecnica, dunque, elimina la ridondanza di certe azioni e garantisce che ogni superficie dovrà essere pulita una sola volta.

Tutto il necessario a portata di mano

Un altro modo molto efficace per velocizzare le pulizie di casa consiste nel tenere ognuno degli strumenti e attrezzi necessari a portata di mano. Ciò significa che non si perderà del tempo prezioso spostandosi di stanza in stanza, cercando uno spolverino o un detersivo.

È possibile, per esempio, indossare un grembiule dotato di tasche, che potranno essere riempite con strumenti e prodotti di ogni tipo. Se lo spazio a disposizione non è sufficiente, l’utilizzo di un catino o di un secchio può rivelarsi la giusta soluzione. Facile da trasportare e spostare nelle diverse aree dell’abitazione, esso potrà contenere stracci, spolverini, spugne e persino prodotti detergenti.

Prodotti specifici e prevenzione

L’utilizzo di prodotti e attrezzi specifici non è sempre necessario, ma talvolta è consigliato. Per esempio, per rendere le proprie finestre splendenti e prive di aloni, un attrezzo lavavetri garantirà degli ottimi risultati. Ma in sua assenza, un prodotto per la pulizia dei vetri e un panno in microfibra permettono di ottenere prestazioni altrettanto buone.

Ancora, prevenire la formazione dello sporco è sempre meglio che dover agire in seguito.
 Per questo motivo, è fortemente consigliato l’investimento in soluzioni che possono mantenere gli ambienti casalinghi più puliti e sani, le quali, allo stesso tempo, permettono di tagliare i tempi di lavaggio e pulizia, quando si rivela necessario.

Breve analisi delle conseguenze non economiche della crisi

La crisi economica e tutte le dinamiche ad essa legata hanno determinato una serie di conseguenze dall’impatto più o meno grande. Ma questi eventi non sono da rimandare soltanto a cambiamenti che avvengono nell’ambito economico dei vari paesi.

Il costo della crisi, infatti, è rappresentato anche da preoccupanti ripercussioni sociali e psicologiche, che intaccano l’identità degli individui e rendono ancora più problematica la risoluzione del problema.

Dinamiche psicologiche e sociali

La caduta libera delle Borse e il lento deteriorarsi degli indici dell’economia globale sono solo alcuni dei risultati più evidenti portati dalla crisi economica degli ultimi anni, la quale fatica a riassorbirsi.

Persino esperti ed economisti trovano delle difficoltà a spiegare con precisione quanto a lungo e in che modo questa crisi continuerà a gravare sulla vita dei cittadini.
 Ciò che è certo è il fatto che le conseguenze di questi avvenimenti non sono solo da ricercarsi a livello economico.

Anche a causa dell’incrementato tasso di disoccupazione, soprattutto in Italia, è sempre più evidente come le dinamiche della crisi portino ad effetti psicologici e sociali piuttosto preoccupanti per tutta la popolazione.
 L’essere precari, disoccupati e le paure che ne derivano non mettono a repentaglio solo la condizione economica dell’individuo, ma anche il suo benessere mentale ed emotivo.

Essa è diventata, ormai, una vera e propria “sindrome da lavoro precario”, che agisce sulla mente, esprimendosi con ansia, depressione e mancanza di autostima. 
Secondo alcuni studi, inoltre, persino il tasso di suicidi sarebbe influenzato e incrementato da tali dinamiche e dai comportamenti ad esse associati.

Perdita di identità e resilienza

Insieme a timori, ansia e depressione, le difficoltà legate al lavoro e, in generale, alla situazione economica del paese, decretano soprattutto una perdita della propria identità. Possedere un lavoro significa anche avere un preciso ruolo nella società e quando questo viene meno, persino la capacità di provvedere per la propria famiglia viene messa in discussione.

Tale processo, dunque, non solo rende più difficile il percorso che una persona può intraprendere per risolvere le problematiche di tipo economico, ma ostacola anche la possibilità di reinventarsi e ristabilire la propria posizione nella società, cogliendo e sfruttando nuove opportunità.

In una fase critica come quella di un tracollo economico, infatti, è fondamentale avere la capacità di reagire al cambiamento in maniera positiva, tramutando le difficoltà in occasioni e opportunità. 
Questa caratteristica viene definita come “resilienza”, termine ereditato dalla scienza che, in genere, esprime la capacità dei materiali a resistere a forze che ne possono causare la rottura.

La resilienza è per la psiche umana quello che il sistema immunitario costituisce per il corpo, ma le due dimensioni spesso lavorano in sincronia ed è per questo motivo che non sempre è sufficiente agire sull’una o sull’altra, singolarmente. 
Fattori biologici, psicologici e sociologici determinano il livello di resilienza dell’individuo.

Durante un periodo di forte crisi, quelli che prima erano punti di riferimento vengono messi in discussione e, perciò, si verifica un crollo delle certezze.
 Proprio per questo, per reagire positivamente a questo tipo di cambiamento, occorre che i lavoratori siano supportati e sostenuti, anche dalle comunità del lavoro.